14 agosto 2022

Siamo arrivati in Norvegia tre giorni fa, a Oslo. In un giorno abbiamo visitato la città (il museo di Munch, il Centro Nobel per la pace, la cattedrale cattolica di sant’Olav, il moderno waterfront di Oslo con il Teatro dell’Opera…) e ieri ci siamo spostati dalla capitale a Dovre, dove iniziano gli ultimi 250 km del Cammino di sant’Olav.


… e così stamattina, verso le 8.00, zaino in spalla, siamo partiti. Il tempo era bello, il sole splendeva alto nel cielo e una fresca aria di montagna ci accompagnava. Abbiamo rodato l’equipaggiamento, le nostre gambe e la nostra schiena… abbiamo iniziato a camminare insieme.


Con calma siamo saliti sull’altopiano di Dovrefjell da 500m a 1200m. La strada, prima asfaltata, si è trasformata poco alla volta in un sentiero, che ci ha portato al di sopra la linea degli alberi. Dall’alto si poteva vedere tutta la valle di Dovre e attorno a noi i mille colori della tundra che riempivano i nostri occhi e il nostro cuore. Il Dovrefjell è la casa del bue muschiato… ma non l’abbiamo visto. Ci siamo imbattuti invece nelle pecore al pascolo.


Siamo giunti ad Almannrøysa, il punto più in alto del sentiero. È un luogo simbolico molto importante. Ha lo stesso significato della Cruz de Hierro del Cammino di Santiago: i pellegrini portano una pietra che rappresenta la fatica, un peso da lasciare, e la depositano sul cumulo di sassi.


Da Almannrøysa in 7 km abbiamo raggiunto Fokstugu, l’antica fattoria che ci sta ospitando per la notte. Condividiamo la casetta nella quale dormiamo con altri due pellegrini tedeschi. Al centro della fattoria c’è una piccola chiesetta: una pietra bianca sotto l’altare ricorda che questo è il giorno di consegnare il proprio peso; in una libreria ci sono Bibbie in tutte le lingue, anche in italiano; le croci sono fatte con oggetti della vita quotidiana… Siamo in un oasi di pace e di spiritualità.


Ore 21.30 Ha iniziato a piovere. Vento, fulmini e tuoni ci hanno rinchiuso in casa al caldo. È andata via la luce…